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Caramanico Terme

Caramanico Terme

Caramanico Terme è un comune italiano di 1.964 abitanti della provincia di Pescara in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana della Maiella e del Morrone, della quale è anche sede.

Il centro è noto per la ricchezza artistica e per la presenza del centro benessere e di cura: “Terme di Caramanico”, inoltre è incluso nel gruppo dei Borghi più belli d’Italia.

Geografia

Caramanico Terme (613 m s.l.m.) è un comune della Provincia di Pescara, Regione Abruzzo. Situato alle falde del massiccio della Majella, il suo territorio si stende tra le valli del fiume Orta e del suo affluente Orfento. Dista 50 km dal capoluogo di Provincia e 36 km dalla città di Chieti, ca 200 km da Roma. Si raggiunge percorrendo la A25 Pescara-Roma uscita Alanno-Scafa, e seguendo lungo la SS 487 le indicazioni per Caramanico Terme.

Territorio

Il paese è situato nel tipico ambiente appenninico. Altimetricamente si sviluppa passando dalla macchia mediterranea fino a 700 m, passando al bosco misto 800 m, alla faggeta 1500 m, fino all’ambiente, detto lunare, dei pianori culminali della Majella. Il territorio comunale è completamente inserito nel Parco Nazionale della Majella, inoltre insiste la riserva naturale Valle dell’Orfento, istituita prima del Parco. Il nucleo storico del paese è situato sulla confluenza dei fiumi Orta e Orfento, le cui valli caratterizzano l’intero territorio.

La valle dell’Orfento, una delle prime aree protette d’Abruzzo, è percorsa da numerosi sentieri escursionistici per tutta la sua lunghezza, eccezion fatta per la sommità, dove dalla cascata della Sfischia il corso d’acqua ha origine: quest’area è una riserva integrale assolutamente incontaminata dalla presenza umana. La flora è un perfetto esempio di biodiversità, oltre duemila le specie botaniche, tra cui numerose varietà rare di orchidea, la genziana e la stella alpina appenninica, il pino mugo. La fauna locale annovera numerose specie protette o coinvolte in azioni di reinserimento: cinghiale, volpe, lepre, cervo, lupo, aquila reale, camoscio, orso bruno marsicano, lontra, trota fario.

Storia

La presenza di insediamenti umani sul territorio risale al paleolitico, come attestano numerosi ritrovamenti nella valle giumentina: amigdale, frecce e altri utensili. Gli insediamenti, in epoche successive, si spostano nel fondo valle, nella piana dei Luchi, dove troviamo tracce di un insediamento italico continuato poi fino in età tardo antica e medioevale: ex voto, monili, eremi celestiniani intitolati a S. Bartolomeo, S. Giovanni e al S.to Spirito, spesso frutto della riconversione paleocristiana di piccoli luoghi di culto dedicati all’eroe Ercole. Il nucleo attuale deve essersi sviluppato durante le invasioni barbariche, come dimostra l’origine probabilmente longobarda del nome. Negli archivi della diocesi teatina (oggi Chieti-Vasto) troviamo traccia della pieve di Santa Maria intorno all’anno mille, mentre dagli stessi compare, nel XIII secolo, menzione della chiesa di San Tommaso. Risale al 1476 la realizzazione del portale dell’abbazia di Santa Maria (oggi Santa Maria Maggiore, vedi Chiese).

Nel Chronicon Casauriense compare la dicitura “acque putride”, primo riferimento alla presenza di acque sulfuree nella zona. La storia di Caramanico segue, poi, le vicende del Regno delle due Sicilie, come feudo della famiglia D’Aquino. Subisce ingenti danni nel terremoto del 1706. Agli anni successivi risale la costruzione dei palazzi storici. A sottolineare l’importanza assunta nel corso dei secoli, la nomina a viceré-capitan generale di Francesco d’Aquino, principe di Caramanico (1786-1794) al tempo di Ferdinando I delle due Sicilie (III di Napoli, 1759-1816). È del 1901 la costruzione dello stabilimento termale. Durante il ventennio fascista viene decisa la demolizione del castello, danneggiato dal terremoto, di cui oggi restano solo i basamenti. Durante la Seconda guerra mondiale il paese viene a trovarsi dalla parte tedesca della Gustav Linie, uno dei fronti su cui si fronteggiarono i due schieramenti, e assiste a drammatiche vicende. Dal 1960 prende il nome di Caramanico Terme e comincia il rapido sviluppo turistico che vedrà la costruzione di nuovi quartieri residenziali e alberghi tra il centro storico e la frazione di Santa Croce, che oggi è perfettamente integrata con il resto del paese.

 

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